Erbusco Villa Lechi
Mura del castello di Bornato
Monastero di San Pietro in Lamosa
Monte Orfano convento delle SS.
Annunciata
Rodengo Saiano Refettorio della
abbazia Olivetana
Riserva Naturale Torbiera del
Sebino
Santissima di Gussago
Vigneto tra Monterotondo e
Passirano
Villa Monticelli Brusati |
DA GUSSAGO A OME
Lasciandosi alle spalle la città di Brescia e dirigendosi a
nord-ovest, si incontra Gussago, nato come pago romano in un luogo
dove successivamente venne fondata la Pieve, l’antica Piè del Dosso
o Santa Maria Vecchia, importante già nel periodo longobardo, come
testimonia il pulpito longobardo detto “di Mavioranus”, prezioso
pannello a bassorilievo datato VIII secolo.
Poco distante sorge Rodengo Saiano con l’Abbazia Olivetana dedicata
a San Nicola. Fondata nel X sec., ospita il chiostro del tardo ‘500
a colonne combinate, il chiostrino rustico del ‘400, il refettorio,
la galleria monumentale e capolavori dei massimi esponenti artistici
del Bresciano specialmente dei secoli XVI e XVII.
Ad Ome, località termale, su una collina che sovrasta l’abitato si
erge il Santuario della Madonna dell’Avello, con l’abside e il
campanile che risalgono probabilmente all’XI sec.. Da non perdere è
il Maglio Averoldi, un’antica fucina già in funzione nel ‘400, ora
museo vivente dove si possono conoscere da vicino la storia e i
metodi di lavorazione del ferro.
DA MONTICELLI BRUSATI A CAZZAGO S. MARTINO
Facendo tappa a Monticelli Brusati, può essere interessante
soffermarsi a visitare il Santuario della Madonna della Rosa (XIV
secolo) dove è possibile ammirare opere del Colossali e del Paglia,
così come importanti affreschi quattrocenteschi.
A Passirano incontriamo il Castello Fassati, la fortificazione
meglio conservata del territorio franciacortino, che appare oggi
come un tipico castello medievale con i muri perimetrali in ciottoli
e la merlatura ghibellina, completamente immerso nella campagna.
Fondato con ogni probabilità nel X sec. per difendersi dalle
invasioni ungariche è armato da due torri d’angolo a pianta
semicircolare, mentre è rimasta solo una parte della torre detta
"della Specola", che nel ‘700 conteneva appunto una specola
astronomica.
Il Castello di Bornato, o Villa Orlando, è situato nel comune di
Cazzago S. Martino, in posizione strategica e panoramica. Il nucleo
centrale del castello è costituito da una roccaforte romana,
circondata in epoca medievale da un recinto fortificato che venne
poi ampliato nel 1275 con una cerchia di mura merlate, con torri e
contrafforti, fossati e ponte levatoio. Nel ‘500 fu costruito,
all’interno del castello medievale, un palazzo rinascimentale.
Alcuni locali interni conservano affreschi del ‘700. Il castello è
in parte visitabile.
DA ROVATO AD ERBUSCO
Sul Monte Orfano (451m) sorge il Convento dell’Annunciata
(1449-1503), raggiungibile in pochi minuti grazie a un’antica strada
ciottolata. Il complesso ospita opere rilevanti tra le quali
l’affresco dell’Annunciazione di Gerolamo Romanino (1485-1566), uno
dei grandi pittori della Suola Bresciana del ‘500. Nel chiostro
perfettamente geometrico, meritano attenzione i bassorilievi sui
capitelli del colonnato.
Rovato è conosciuto per il suo antichissimo mercato del bestiame e
per i suoi piatti a base di carne: il manzo all’olio e la trippa. Il
centro storico è caratterizzato dalla Piazza Cavour, delimitata da
un porticato semicircolare progettato dall’architetto Rodolfo
Vantini nel 1840 circa. Nella parte alta del centro abitato si
trovano i resti del castello, con le mura venete e i bastioni
imponenti, in uno dei quali all’inizio del novecento fu ricavata la
Cappella del Sacro Cuore, raro esempio di stile Liberty applicato ad
un edificio religioso.
A Coccaglio in epoca romana sorgeva un castrum di cui sono visibili
alcuni resti sui quali, nel Medioevo, venne costruito un castello.
Restano solo alcuni tratti dell’antica cinta muraria, ma
all’interno, percorrendo le strette vie, si può cogliere l’impianto
del vecchio borgo. La Chiesetta di San Pietro, di epoca medioevale
con affreschi del ‘400 e del ‘500, posta lungo la strada pedemontana
che conduce a Cologne, colonia rurale in epoca romana.
Ad Erbusco, oggi considerato uno dei principali centri della
produzione del Franciacorta, fin dal ‘400 molte famiglie della
nobiltà bresciana e milanese amavano trascorrere periodi di
villeggiatura. Questo spiega la presenza di molte ville patrizie,
tra le quali Villa Lechi (XVI-XVII sec.), sede del Festival del
Franciacorta, spicca per la sua imponenza palladiana. Ben conservato
l’antico borgo dove, all’interno delle mura del castello, sorge la
pieve di Santa Maria Assunta del XII sec. e ampliata nel ‘400,
caratterizzata dall’abside romanica.
DA PROVAGLIO D’ISEO A CORTE FRANCA
La storia di Provaglio d’Iseo è legata alla presenza del Monastero
cluniacense di San Pietro in Lamosa. Fondato nell’XI sec. esso
costituì il centro della rinascita sociale, economica e agricola
dell’area, svolgendo un ruolo decisivo nella bonifica delle paludi e
nella diffusione della cultura. La chiesa ospita diversi affreschi,
alcuni dei quali rivelano influenze di artisti quali il Gambara, il
Foppa e il Romanino. A fianco della chiesa si apre un chiostro con
arcate e pozzo centrale.
Il monastero costituisce un ottimo punto di partenza per
un’escursione nelle Torbiere del Sebino sottostanti, dal 1983
riserva naturale. L’oasi naturalistica comprende circa 360 ettari di
specchi d’acqua con vegetazione palustre che si sono creati
gradualmente dalla fine del ‘700 alla metà del ‘900, in seguito
all’estrazione della torba usata come combustibile.
Scendendo verso il lago, si giunge a Iseo. Il centro storico di
origine medievale custodisce il Castello Oldofredi dell’XI sec. e la
pieve di Sant’Andrea, fondata nel V sec., ricostruita nel XII con il
campanile romanico. Nel XIV sec. fu arricchita con gli affreschi di
Angelo Inganni e l’arcangelo Michele di Francesco Hayez. Sulla
piazza principale si affaccia il palazzo comunale (1830), opera di
Vantini.
Riprendendo il percorso della Strada del Franciacorta si scopre il
territorio di Corte Franca. A partire dal ‘700 molte nobili famiglie
bresciane che avevano qui dei vasti possedimenti, cominciarono a
costruire ville per trascorrervi la villeggiatura. In alcune di esse
oggi trovano sede prestigiose cantine. Il Palazzo Torri in località
Nigoline (XVII sec.) tuttora abitato, è aperto al pubblico e
custodisce sale ammobiliate con arredo d’epoca e decorate con
affreschi settecenteschi. In questo palazzo, alla fine dell’800,
Paolina Torri Calegari animò un importante cenacolo culturale che
ebbe ospiti illustri come Carducci, Fogazzaro, Lembach, Zanardelli e
il vescovo Bonomelli.
DA ADRO AL LAGO D’ISEO
Ad Adro il santuario della Madonna della Neve ospita un piccolo ma
interessante Museo della seta e del lino. Adro è dominata dall’alta
torre merlata ghibellina che con il castello posto sulle pendici del
monte, di cui oggi restano solo i ruderi del ponte levatoio,
costituiva il sistema difensivo del paese. Il settecentesco Palazzo
Bargnani, ora sede del Comune, grazie ad Ermellina Maselli,
componente della famiglia Dandolo, fu un tempo un vivace cenacolo
culturale. Oggi, nella sua quadreria, si conservano numerosi
ritratti tra i quali uno molto conosciuto di Giacomo Cerruti, detto
il Pitocchetto.
A breve distanza, sulla strada per il lago, incontriamo Capriolo,
caratteristico borgo di origine medievale, arroccato su uno dei
rilievi più alti della Franciacorta. Il castello fu eretto nel X
sec. per ragioni difensive, ma verso la fine del Seicento divenne un
convento di clausura. La parrocchiale seicentesca dedicata a San
Giorgio conserva la pregevole Resurrezione di Girolamo Romanino.
All’estremo limite occidentale della Franciacorta, dove il lago
d’Iseo incontra il fiume Oglio, è situata Paratico, che in passato
ebbe una grande importanza strategica testimoniata dai ruderi del
Castello Lantieri, eretto con ogni probabilità nel XIII secolo, e
che secondo la tradizione locale avrebbe ospitato Dante Alighieri,
il quale si sarebbe ispirato al paesaggio circostante per scrivere
alcuni versi del Purgatorio.
Proseguendo sulla sponda bresciana del lago, si incontra Clusane
d’Iseo. L’antico borgo di pescatori è conosciuto per la specialità
culinaria della tinca al forno con polenta e per la tradizione
ancora viva dei naècc: tipiche e agili imbarcazioni dei pescatori la
cui linea, il fondo piatto e la voga in piedi “alla veneziana”, ne
fanno risalire l’origine al periodo della dominazione della
Serenissima. In posizione dominante sulla collina l’imponente
castello del Carmagnola che nel 1429 fu donato da Venezia a
Francesco Bussone, detto il Conte di Carmagnola, in cambio dei
servizi resi alla Repubblica di Venezia. A questo famoso condottiero
Alessandro Manzoni nel 1820 dedicò una tragedia. |