Franciacorta itinerari enogastronomici
Strada Del Vino Franciacorta

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Navigazione privata sul Lago d'Iseo
Festival Franciacorta d'estate
Sabato 25 e Domenica 26 Giugno 2016

Strada Del Vino Franciacorta
Vini Del Franciacorta Una storia molto antica di bollicine...

La qualità in Franciacorta ha radici antiche. Da tempo immemore la vite prospera sulle dolci colline a sud del Lago d’Iseo, come conferma il ritrovamento nella zona di vinaccioli di epoca preistorica. Le colline di origine morenica, generate migliaia di anni fa dal movimento dei ghiacciai, sono costituite di ciottoli, sabbia e limo: un terreno leggero, perfettamente drenato, ideale per lo sviluppo armonico della vite.
mappa
La notevole massa d’acqua del bacino del Lago d’Iseo e le correnti d’aria, che scendono dalla vicina Valle Camonica, esercitano un’azione positiva sul clima della Franciacorta, particolarmente temperato.
Il vino prodotto su queste colline ha goduto di buona fama sin dall’antichità. Lo confermano le citazioni dei classici latini Plinio il Vecchio, Columella, Virgilio e i trattati del XVI sec. di Andrea Bacci e Agostino Gallo. Ma il testo fondamentale è il Libellus de Vino Mordaci scritto nel 1570 dal medico bresciano Girolamo Conforti, la più illustre e antica testimonianza della produzione di un vino “con le bollicine” in Franciacorta; il vino prodotto in zona è definito, infatti, come ottimo e “mordacissimo”, vale a dire vivo, spumeggiante.

vigneti raccolta
Pur vantando una lunga storia, il nuovo corso della vitivinicoltura della Franciacorta inizia a tutti gli effetti al principio degli anni 60. Sul territorio operavano da tempo diverse aziende agricole che producevano vini di buona fattura e che commercializzavano soprattutto in loco. In quegli anni un giovane enotecnico, con spirito pionieristico, dopo aver valutato le risorse viticole e constatato che vi erano grosse potenzialità, dette l’avvio ad una produzione di spumante metodo classico, con rifermentazione in bottiglia. I risultati qualitativi furono eccellenti e di lì a poco altri imprenditori impiantarono nuove aziende iniziando la produzione di vini di qualità ottenuti con la rifermentazione in bottiglia. Nel 1967 la vocazione qualitativa del territorio venne sancita dalla legge che autorizzò la produzione del Franciacorta DOC, Denominazione di Origine Controllata, nelle versioni Bianco, Rosso e Spumante. Nel 1995 il Franciacorta ha ottenuto la DOCG, Denominazione di Origine Controllata e Garantita, diventando il primo brut secco italiano a rifermentazione in bottiglia ad ottenere questo riconoscimento. La legge italiana vieta espressamente di specificare in etichetta il metodo di elaborazione e di utilizzare il termine “vino spumante”. E’ nata poi una nuova DOC Terre di Franciacorta, nelle tipologie Bianco e Rosso , a tutela dei vini “tranquilli” prodotti nel territorio.
Da oggi la Commissione delle Comunità Europee attribuisce un ulteriore riconoscimento alla qualità del Franciacorta. Il Regolamento Ce 753 del 29 aprile 2002 decreta al Franciacorta il privilegio di indicare in etichetta il solo termine Franciacorta senza nessun’altra menzione specifica tradizionale, ovvero senza indicare DOCG. Sono solo 10 le denominazioni che, in tutta Europa godono di tale privilegio e tra queste solo 3 i prodotti ottenuti da rifermentazione in bottiglia: il Franciacorta, il Cava e lo Champagne.

Il Franciacorta
Un territorio, un metodo, un vino: a identificare questo vino è unicamente il nome della regione geografica, limitata e definita nei suoi confini, in cui crescono le sue vigne e dove hanno sede i suoi produttori. Le etichette recano solo la dizione Franciacorta: territorio, metodo di produzione e prodotto, un tutto unico in grado di garantire al consumatore la specificità e la qualità di questo prodotto con un solo termine.

barriques pupitres
Unicità: il Franciacorta è il primo e l’unico brut italiano prodotto esclusivamente con la rifermentazione in bottiglia ad aver ottenuto fin dal 1995 la Denominazione di Origine Controllata e Garantita - DOCG - massimo riconoscimento di qualità e tipicità di un vino.
Uvaggio: è prodotto con uve Chardonnay e/o Pinot bianco e/o Pinot Nero, raccolte unicamente a mano in piccole casse, con pressatura selezionata e soffice e secondo rigide norme di produzione.
Produzione: il Franciacorta si ottiene dalla maturazione ed elaborazione per almeno 25 mesi dalla vendemmia (37 mesi per i millesimati), di cui almeno 18 mesi (30 per i millesimati) di lenta rifermentazione in bottiglia a contatto con i lieviti. Sono ammesse le tipologie di sapore: Non dosato (Pas Dosé, Dosage Zèro, Nature), Extra Brut, Brut, Extra Dry, Sec, Demisec.
Come si consuma: il Franciacorta è ideale a tutto pasto: con le sue diverse tipologie di sapore è abbinabile a numerosi piatti, dagli aperitivi ai dessert. Ogni tipologia possiede una sua spiccata personalità. Va servito nei calici Franciacorta a una temperatura di 8-10° C.
Come si conserva: le regole principali per una corretta conservazione di questo vino sono: le bottiglie vanno tenute coricate affinché il tappo rimanga umido ed espanso e pertanto garantisca la tenuta; devono essere conservate al buio e al fresco, a temperatura costante fra 10 e 15°C e con un’umidità intorno al 70-75%.
Il Franciacorta Satèn
Il marchio: è registrato dal Consorzio per la tutela del Franciacorta nel 1995 per individuare questa particolare tipologia di Franciacorta ed è riservato solo ai produttori associati al Consorzio che ne hanno piena disponibilità purché si attengano alle rigide norme di produzione.
Uvaggio: solo uve Chardonnay (prevalenti) e/o Pinot Bianco, con una pressione inferiore a 4,5 atm e un contenuto di zucchero non superiore a 15 g/litro (analogamente alla tipologia brut).
Note degustative: un perlage finissimo e persistente quasi cremoso, un colore giallo paglierino, anche intenso con colori verdognoli, uno sfumato ma deciso profumo di frutta matura, accompagnato da delicate note di fiori bianchi e di frutta secca anche tostata (mandorla e nocciola); al gusto: una piacevole sapidità e freschezza si armonizzano con un’innata morbidezza che ricorda le sensazioni delicate della seta. Il Satèn è una delle massime espressioni dell’armonia, del piacere e del gusto del Franciacorta. Una magia in bottiglia che entusiasma ed esalta anche i più autorevoli degustatori e che sconfigge chi lo relega al solo aperitivo.
Il Franciacorta Rosé
Metodo: le uve bianche e rosse sono vinificate separatamente. La preparazione della cuvée con vino Chardonnay, Pinot bianco e almeno il 15% di Pinot nero avviene a fine fermentazione.
Colorazione: le uve Pinot nero vengono fatte fermentare a contatto con la buccia per il tempo necessario all’ottenimento di un vino base rosato o rosso, atto a conferire al prodotto finale un colore rosa brillante.
Il Franciacorta Rosé può essere prodotto in diverse tipologie di sapore.
Note degustative: la presenza del Pinot nero conferisce a questo Franciacorta un corpo e un vigore particolari.

SCHEDA TECNICA RIASSUNTIVA
Nome: Franciacorta
Decreto di Riconoscimento: 1 settembre 1995
Vitigni: Chardonnay e/o Pinot bianco e/o Pinot nero; Franciacorta Satèn: Chardonnay e/o Pinot bianco; Franciacorta Rosé: il Pinot nero deve essere di almeno il 15 %
Resa in uva: 100 q/ha
Resa uva/vino: 65%
Titolo alcolometrico naturale minimo: 9.5%
Colore: Paglierino più o meno intenso con eventuali riflessi verdognoli o dorati; Franciacorta rosé: rosato più o meno intenso
Bouquet: Bouquet proprio della fermentazione in bottiglia, fine, gentile, ampio, composito
Gusto: Sapido, fresco, fine e armonico
Titolo alcolometrico effettivo al consumo: 11.5 %
Regione di produzione: Lombardia
Provincia di produzione: Brescia

Enogastronomia e Prodotti Del Franciacorta

ENOGASTRONOMIA E PRODOTTI TIPICI
La Franciacorta merita sicuramente un viaggio per i suoi vini; tuttavia, una volta giunti sul posto gli intenditori troveranno molto più da assaporare, rispetto alle sole famose bollicine del Franciacorta.
È una zona ben servita dalle grandi vie di comunicazione, trovandosi al margine collinare nord di una delle arterie autostradali più importanti la A4 Milano-Venezia. Uscendo da uno dei tre caselli che servono la Franciacorta (Palazzolo sull’Oglio, Rovato, Ospitaletto) ci si trova immediatamente immersi in una quiete naturale. La distribuzione geografica dei Comuni che costituiscono la Franciacorta dimostra che non si è in presenza di grossi centri urbani, ma di un armonioso insediamento a misura d’uomo creatosi lentamente nei secoli.
Franciacorta

Filari di viti, dolci colline, piccoli borghi, castelli e abbazie, torri merlate, ville patrizie immerse nel verde di parchi secolari disegnano il territorio toccato dalla Strada del Vino Franciacorta, di particolare suggestione e ricco di significative presenze artistiche. La tradizione commerciale è innata e si concretizza in una cospicua presenza di mercati, fiere e rassegne, che si susseguono durante tutto il corso dell’anno. A solo titolo di esempio si possono citare il Carnevale di Erbusco con l’elezione del “Re del Gnoc” e la Settimana della tinca al forno di Clusane d’Iseo che si tiene nei mesi estivi. In autunno non si contano le manifestazioni dedicate al vino; a settembre il Consorzio per la Tutela del Franciacorta organizza il Festival del Franciacorta, un week-end dedicato al gusto, per approfondire la conoscenza del Franciacorta e del territorio dal quale proviene. In tale occasione l’Associazione Strada del Franciacorta organizza La Caccia al Tesoro, un’occasione per scoprire storia, arte e vini della Franciacorta, percorrendola in lungo e in largo. Una delle manifestazioni di più antica tradizione è senz’altro la Fiera del manzo pasquale di Rovato – ora Lombardia Carne –, istituita dal Consiglio Comunale il 15 aprile 1868, e ripetuta da allora ogni anno ad aprile; questa manifestazione costituisce la vetrina della migliore carne dell’Italia settentrionale.
Quella della Franciacorta è una gastronomia particolarissima, giocata tra due poli: la cucina contadina di carni dell’entroterra e quella di pesce del vicino lago d’Iseo.
I visitatori che arrivano in questi luoghi trovano nei ristoranti e nei negozi specializzati un allettante assortimento di specialità gastronomiche locali. Osterie e trattorie servono piatti succulenti avendo saputo mantenere un tratto di sapida semplicità, con pochi piatti tipici e legati alla produzione locale.
La rinascita della tradizione vitivinicola della Franciacorta ha stimolato l’avvento di una nuova era nella gastronomia, sono emersi infatti in questi anni cuochi di grande talento.
La Franciacorta è una delle rare zone a nord degli Appennini a godere di un clima sufficientemente mite per la coltivazione dell’ulivo, con la produzione dell’Olio extravergine d’oliva Laghi Lombardi – sottodenominazione Sebino. Alla base della dieta tradizionale si trova la polenta di farina di mais, che viene servita principalmente con carne, pesce o formaggio, sia pasticciata, sia tagliata a fette e fritta o grigliata. La pasta, universalmente, apprezzata, viene cucinata soprattutto sotto forma di ravioli e nella variante locale di bocconcini ripieni nota come casonsei. Una curiosità è il luertis o lovertis, luppolo selvatico che viene usato per insaporire risotti e frittate.

montisola
Pregiato è il pesce del Lago d’Iseo, in particolare il coregone, il pesce persico, i missoltini e la tinca; quest’ultima, specialità rivierasca di Clusane d’Iseo, viene farcita, cotta al forno e servita con polenta. I pesciolini, chiamati agoni o aole, vengono fatti essiccare al sole e conservati poi sott’olio d’oliva. Si possono anche gustare cotti sulla graticola, spennellati d’olio e serviti con la polenta.
I contrafforti alpini abbondano di funghi selvatici, in particolare porcini e cantarelli, ottimi nelle frittate, nei risotti, nella pasta e negli stufati. Il salame di Monte Isola – l’isola maggiore del Lago d’Iseo e la più grande isola lacustre d’Europa – gode di un’ottima fama, seppur locale,.
L’importanza della carne di manzo nella dieta tradizionale si riflette nel piatto tipico della Franciacorta conosciuto come manzo all’olio (la ricetta più antica risale al 1500), specialità del paese di Rovato, le cui osterie erano anche rinomate per la trippa e i bolliti.
Lo spiedo è il piatto conviviale per eccellenza dei bresciani, composto da carne di maiale, animali da cortile. Indispensabili per dare al piatto il caratteristico sapore, sono gli uccelletti: ma solo nelle case private potrete consumare il frutto della caccia, le trattorie sono tenute, per legge, a utilizzare volatili congelati provenienti dall’estero.
In Franciacorta si produce anche una vasta gamma di formaggi, molti riconosciuti come DOP o tradizionali. La Robiola Bresciana, ad esempio, da gustare leggermente cosparsa di olio d’oliva, il Salva e il Silter, ottimamente accompagnati da miele o marmellate. Il più saporito Taleggio dop e i più noti Grana Padano dop, Provolone Valpadana dop, Quartirolo dop e Gorgonzola dop. Oltre ai vini, la Franciacorta produce anche ottime acquaviti, sia giovani sia invecchiate; tipica e caratteristica è la Grappa di Franciacorta che dal 1997 è DOC.

COSA DEGUSTARE
I vini: il Franciacorta DOCG prodotto in diverse tipologie di sapore (Pas Dosé, Extra Brut, Brut, Brut Satèn, Extra Dry, Sec e Demisec) tutte accomunate dal perlage finissimo e persistente e dal colore giallo paglierino intenso con riflessi verdognoli. Per chi preferisce i vini tranquilli: Terre di Franciacorta DOC Bianco e Rosso. Per degustarli si può scegliere una visita guidata in cantina con degustazione, oppure uno dei wine bar/vinerie del territorio. Per acquistarli ci si può rivolgere ad una delle 32 cantine associate, oppure alle enoteche della Strada del Franciacorta.
Prodotti tradizionali: tra i formaggi si possono assaporare il pressato, la robiola bresciana, il salva e il silter; tra gli altri prodotti il miele e i missoltini, pesciolini di lago.
Prodotti a denominazione di origine protetta (DOP): Olio extravergine d’oliva del Sebino e, tra i formaggi, il gorgonzola, il grana padano, il provolone valpadana, il quartirolo lombardo.
Nei ristoranti, trattorie, osterie e agriturismi associati si possono assaporare i piatti locali, che hanno come capisaldi le carni dell’entroterra e il pesce del lago, abbinati ai vini del territorio. Le ricette più rinomate sono il Manzo all’olio di Rovato e la Tinca al forno con polenta di Clusane d’Iseo.


LE RICETTE DELLA STRADA DEL FRANCIACORTA

MANZO ALL’OLIO
(per 4 persone)
Ingredienti: 1 kg di cappello del prete (copertina di spalla) di manzo, 2,5 litri di acqua, 2 spicchi d’aglio, 2 acciughe salate, ½ cipolla piccola, 1 dl di olio extravergine di oliva DOP Sebino, 25 gr di maizena o pane secco grattugiato finemente, poco sale, 25 gr di burro.
In una pentola capiente preparare un soffritto con il burro, le acciughe, l’aglio e la cipolla tritata finemente; aggiungere l’acqua, il sale e portare ad ebollizione. Aggiungere la carne e togliere le impurità che verranno a galla per i primi 5 minuti; cuocere a fuoco medio per 2 ore circa. Aggiungere l’olio, il pane a pioggia(o la maizena diluita in poca acqua); cuocere ancora per 20 minuti muovendo la carne con frequenza per non farla attaccare. Togliere la carne dal sugo di cottura, aggiustarne eventualmente la densità. Servire il manzo a fette di 4-5 cm di spessore ricoperto dal sugo di cottura, accompagnando con polenta o crostone di pane in abbinamento ad un Franciacorta DOCG Rosé.

TINCHE AL FORNO CON POLENTA
(per 4 persone – ricetta dell’800)
Ingredienti: 4 tinche da 300 gr. cadauna; 300 gr. di burro; 300 gr. di grana padano; 100 gr. di pane grattato; misto di spezie (cannella, noce moscata, chiodi di garofano, pepe); sale, olio extravergine di oliva DOP Sebino, prezzemolo, qualche foglia di alloro.
Aprire le tinche sulla schiena, pulirle e lavarle. Preparare il ripieno con il formaggio, il pane, le spezie, il sale e il prezzemolo. Riempire le tinche con il ripieno asciutto. Adagiarle in una teglia in terracotta precedentemente bagnata con poco olio e foglie di alloro. Ricoprirle con parte del ripieno asciutto e pezzetti di burro. Cuocere in forno a 160° per circa due ore. Servire con polenta soda, cotta a lungo in un paiolo di rame, in abbinamento ad un Franciacorta DOCG Extra Brut.

ARTIGIANATO
La lavorazione del ferro battuto ha una tradizione che risale al ‘600, secolo in cui i possidenti facevano a gara per avere le opere migliori dei brüsafer da esporre nelle proprie residenze. Balconi, inferriate, cancelli di varie dimensioni, insegne e stemmi di ogni genere spiccano ancora oggi sulle facciate delle ville sparse su tutto il territorio franciacortino. Per saperne di più sull’antico mestiere dell’artigiano del ferro, si può visitare l’antico Maglio Averoldi di Ome, di origini quattrocentesche, che è rimasto attivo fino a pochi anni fa e oggi è stato trasformato in una fucina-museo.
A Monte Isola, l’isola lacustre più grande d’Europa situata al centro del lago d’Iseo, la fabbricazione delle reti da pesca sopravvive in alcune botteghe artigianali così come la fabbricazione delle tipiche imbarcazioni da pesca in legno: i naécc.
La pietra di Sarnico caratterizza da secoli le architetture della Franciacorta. Il suo utilizzo per abbellire edifici pubblici e privati, contornandone finestre e portali o realizzandone camini, colonne e scalinate, divenne frequente soprattutto a partire dal ‘600. Nei dintorni di Paratico esistono ancora delle cave, ma gli artigiani che continuano a lavorarla sono pochissimi.

L’Associazione Strada del vino Franciacorta si propone come punto di riferimento per turisti individuali, gruppi e operatori, garantendo loro un supporto tecnico-organizzativo per ricevere informazioni e servizi, costruire itinerari e scoprire più da vicino le svariate opportunità che quest’area da sempre vocata alla viticoltura, situata tra il lago d’Iseo e la città d’arte di Brescia, può offrire.
La visita alle cantine produttrici del rinomato Franciacorta (Denominazione di Origine Controllata e Garantita, DOCG), le degustazioni sotto la guida attenta dei produttori e degli enologi, la gastronomia tipica sono solo alcuni degli ingredienti delle nostre proposte per weekend e vacanze in Franciacorta.
Per coloro che amano lo sport la Franciacorta dispone di un campo da golf a 18 buche, di diversi maneggi che consentono di fare passeggiate a cavallo tra i vigneti, di percorsi ciclabili segnalati per complessivi 500 km. Si possono, inoltre, praticare sport acquatici sul vicino lago d’Iseo (vela, surf, sci nautico, pesca, immersioni) e altri sport nelle vicine montagne che circondano il lago (trekking, mountain bike, free-climbing, parapendio).

Agli amanti della natura la riserva naturale Torbiere del Sebino, che copre un’area di 360 ettari a sud del lago d’Iseo, offre un tracciato di sentieri tra gli specchi d’acqua, percorribili a piedi o in bicicletta, dai quali poter ammirare numerose specie di piante acquatiche e circa 30 specie di uccelli; un vero paradiso per i bird-watchers.
Per chi ama prendersi cura del proprio corpo e del proprio benessere numerosi sono i Centri Benessere situati per lo più all’interno di strutture alberghiere, ma aperti anche ai visitatori esterni, che offrono trattamenti di ogni genere. Nel cuore della Franciacorta, inoltre, sorgono le Terme di Ome, la cui acqua è particolarmente indicata per le cure delle patologie biliari, dell’apparato respiratorio, del fegato e dei reni.
Per chi vuole scoprire la storia e la cultura di questo territorio, le proposte sono svariate. Da non perdere è la visita ai seguenti monumenti:
Il Monastero di San Pietro in Lamosa, edificio cluniacense dell’XI secolo nei pressi di Provaglio d’Iseo, situato in posizione panoramica sulla Riserva Naturale delle Torbiere del Sebino.
monastero torbiere
Il Convento dell’Annunciata (inizi XVI secolo), sulle pendici orientali del Monte Orfano nel comune di Rovato, dove tra gli affreschi è conservata l’Annunciazione di Gerolamo Romanino, uno dei più grandi pittori della scuola Bresciana del ‘500.
L’Abbazia Olivetana di San Nicola a Rodengo Saiano, fondata nel X secolo, che conserva opere di Moretto, Romanino e una splendida Crocefissione di Floriano Ferramola.

Castello Quistini a Rovato fu costruito intorno al 1500, durante la dominazione della Repubblica di Venezia. Il palazzo, progettato come villa di campagna ma dotato di difese, possiede mura sottili ma ben cinque torrioni agli angoli e nel corso della storia varie guarnigioni vi furono di stanza.
Palazzo Torri a Nigoline di Corte Franca costruito nel ‘600 come villa fortificata, alla fine dell’800 divenne un importante cenacolo culturale e ebbe ospiti illustri come Carducci, Fogazzaro, Lembach, Zanardelli e il Vescovo Bonomelli.
Villa Orlando o Castello di Bornato a Bornato rappresenta un rarissimo esempio di villa rinascimentale costruita all’interno delle mura di una fortezza medievale. Ospitò artisti e poeti provenienti da tutta l’Italia, tra i quali Dante Alighieri.
Il Maglio Averoldi di Ome, risalente al XV secolo, è una straordinaria testimonianza di archeologia industriale. E’ ancora possibile vedere girare la ruota idraulica e assistere alla forgiatura delle lame in acciaio damasco durante le dimostrazioni effettuate per i visitatori.
Il Museo di Santa Giulia a Brescia rappresenta un percorso attraverso la storia, l’arte e la spiritualità della città dall’età preistorica a quella moderna. E’ unico in Europa per la collocazione; è ospitato infatti in un antico monastero fondato da Desiderio, re longobardo, e da sua moglie Ansa, costruito sui resti di domus romane preesistenti. Il complesso museale comprende la basilica di San Salvatore, l’oratorio di Santa Maria in Solario, la chiesa quattrocentesca di Santa Giulia e i chiostri rinascimentali.


FRANCIACORTA IL VINO E DINTORNI ...ITINERARI
cicloturismo gussago
DA GUSSAGO A OME
Lasciandosi alle spalle la città di Brescia e dirigendosi a nord-ovest, si incontra Gussago, nato come pago romano in un luogo dove successivamente venne fondata la Pieve, l’antica Piè del Dosso o Santa Maria Vecchia, importante già nel periodo longobardo, come testimonia il pulpito longobardo detto “di Mavioranus”, prezioso pannello a bassorilievo datato VIII secolo.
Poco distante sorge Rodengo Saiano con l’Abbazia Olivetana dedicata a San Nicola. Fondata nel X sec., ospita il chiostro del tardo ‘500 a colonne combinate, il chiostrino rustico del ‘400, il refettorio, la galleria monumentale e capolavori dei massimi esponenti artistici del Bresciano specialmente dei secoli XVI e XVII.
Ad Ome, località termale, su una collina che sovrasta l’abitato si erge il Santuario della Madonna dell’Avello, con l’abside e il campanile che risalgono probabilmente all’XI sec.. Da non perdere è il Maglio Averoldi, un’antica fucina già in funzione nel ‘400, ora museo vivente dove si possono conoscere da vicino la storia e i metodi di lavorazione del ferro.

DA MONTICELLI BRUSATI A CAZZAGO S. MARTINO
Facendo tappa a Monticelli Brusati, può essere interessante soffermarsi a visitare il Santuario della Madonna della Rosa (XIV secolo) dove è possibile ammirare opere del Colossali e del Paglia, così come importanti affreschi quattrocenteschi.
A Passirano incontriamo il Castello Fassati, la fortificazione meglio conservata del territorio franciacortino, che appare oggi come un tipico castello medievale con i muri perimetrali in ciottoli e la merlatura ghibellina, completamente immerso nella campagna. Fondato con ogni probabilità nel X sec. per difendersi dalle invasioni ungariche è armato da due torri d’angolo a pianta semicircolare, mentre è rimasta solo una parte della torre detta "della Specola", che nel ‘700 conteneva appunto una specola astronomica.
Il Castello di Bornato, o Villa Orlando, è situato nel comune di Cazzago S. Martino, in posizione strategica e panoramica. Il nucleo centrale del castello è costituito da una roccaforte romana, circondata in epoca medievale da un recinto fortificato che venne poi ampliato nel 1275 con una cerchia di mura merlate, con torri e contrafforti, fossati e ponte levatoio. Nel ‘500 fu costruito, all’interno del castello medievale, un palazzo rinascimentale. Alcuni locali interni conservano affreschi del ‘700. Il castello è in parte visitabile.


DA ROVATO AD ERBUSCO
Sul Monte Orfano (451m) sorge il Convento dell’Annunciata (1449-1503), raggiungibile in pochi minuti grazie a un’antica strada ciottolata. Il complesso ospita opere rilevanti tra le quali l’affresco dell’Annunciazione di Gerolamo Romanino (1485-1566), uno dei grandi pittori della Suola Bresciana del ‘500. Nel chiostro perfettamente geometrico, meritano attenzione i bassorilievi sui capitelli del colonnato.
Rovato è conosciuto per il suo antichissimo mercato del bestiame e per i suoi piatti a base di carne: il manzo all’olio e la trippa. Il centro storico è caratterizzato dalla Piazza Cavour, delimitata da un porticato semicircolare progettato dall’architetto Rodolfo Vantini nel 1840 circa. Nella parte alta del centro abitato si trovano i resti del castello, con le mura venete e i bastioni imponenti, in uno dei quali all’inizio del novecento fu ricavata la Cappella del Sacro Cuore, raro esempio di stile Liberty applicato ad un edificio religioso.
A Coccaglio in epoca romana sorgeva un castrum di cui sono visibili alcuni resti sui quali, nel Medioevo, venne costruito un castello. Restano solo alcuni tratti dell’antica cinta muraria, ma all’interno, percorrendo le strette vie, si può cogliere l’impianto del vecchio borgo. La Chiesetta di San Pietro, di epoca medioevale con affreschi del ‘400 e del ‘500, posta lungo la strada pedemontana che conduce a Cologne, colonia rurale in epoca romana.
Ad Erbusco, oggi considerato uno dei principali centri della produzione del Franciacorta, fin dal ‘400 molte famiglie della nobiltà bresciana e milanese amavano trascorrere periodi di villeggiatura. Questo spiega la presenza di molte ville patrizie, tra le quali Villa Lechi (XVI-XVII sec.), sede del Festival del Franciacorta, spicca per la sua imponenza palladiana. Ben conservato l’antico borgo dove, all’interno delle mura del castello, sorge la pieve di Santa Maria Assunta del XII sec. e ampliata nel ‘400, caratterizzata dall’abside romanica.

DA PROVAGLIO D’ISEO A CORTE FRANCA
La storia di Provaglio d’Iseo è legata alla presenza del Monastero cluniacense di San Pietro in Lamosa. Fondato nell’XI sec. esso costituì il centro della rinascita sociale, economica e agricola dell’area, svolgendo un ruolo decisivo nella bonifica delle paludi e nella diffusione della cultura. La chiesa ospita diversi affreschi, alcuni dei quali rivelano influenze di artisti quali il Gambara, il Foppa e il Romanino. A fianco della chiesa si apre un chiostro con arcate e pozzo centrale.
Il monastero costituisce un ottimo punto di partenza per un’escursione nelle Torbiere del Sebino sottostanti, dal 1983 riserva naturale. L’oasi naturalistica comprende circa 360 ettari di specchi d’acqua con vegetazione palustre che si sono creati gradualmente dalla fine del ‘700 alla metà del ‘900, in seguito all’estrazione della torba usata come combustibile.
Scendendo verso il lago, si giunge a Iseo. Il centro storico di origine medievale custodisce il Castello Oldofredi dell’XI sec. e la pieve di Sant’Andrea, fondata nel V sec., ricostruita nel XII con il campanile romanico. Nel XIV sec. fu arricchita con gli affreschi di Angelo Inganni e l’arcangelo Michele di Francesco Hayez. Sulla piazza principale si affaccia il palazzo comunale (1830), opera di Vantini.
Riprendendo il percorso della Strada del Franciacorta si scopre il territorio di Corte Franca. A partire dal ‘700 molte nobili famiglie bresciane che avevano qui dei vasti possedimenti, cominciarono a costruire ville per trascorrervi la villeggiatura. In alcune di esse oggi trovano sede prestigiose cantine. Il Palazzo Torri in località Nigoline (XVII sec.) tuttora abitato, è aperto al pubblico e custodisce sale ammobiliate con arredo d’epoca e decorate con affreschi settecenteschi. In questo palazzo, alla fine dell’800, Paolina Torri Calegari animò un importante cenacolo culturale che ebbe ospiti illustri come Carducci, Fogazzaro, Lembach, Zanardelli e il vescovo Bonomelli.


DA ADRO AL LAGO D’ISEO
Ad Adro il santuario della Madonna della Neve ospita un piccolo ma interessante Museo della seta e del lino. Adro è dominata dall’alta torre merlata ghibellina che con il castello posto sulle pendici del monte, di cui oggi restano solo i ruderi del ponte levatoio, costituiva il sistema difensivo del paese. Il settecentesco Palazzo Bargnani, ora sede del Comune, grazie ad Ermellina Maselli, componente della famiglia Dandolo, fu un tempo un vivace cenacolo culturale. Oggi, nella sua quadreria, si conservano numerosi ritratti tra i quali uno molto conosciuto di Giacomo Cerruti, detto il Pitocchetto.
A breve distanza, sulla strada per il lago, incontriamo Capriolo, caratteristico borgo di origine medievale, arroccato su uno dei rilievi più alti della Franciacorta. Il castello fu eretto nel X sec. per ragioni difensive, ma verso la fine del Seicento divenne un convento di clausura. La parrocchiale seicentesca dedicata a San Giorgio conserva la pregevole Resurrezione di Girolamo Romanino.
All’estremo limite occidentale della Franciacorta, dove il lago d’Iseo incontra il fiume Oglio, è situata Paratico, che in passato ebbe una grande importanza strategica testimoniata dai ruderi del Castello Lantieri, eretto con ogni probabilità nel XIII secolo, e che secondo la tradizione locale avrebbe ospitato Dante Alighieri, il quale si sarebbe ispirato al paesaggio circostante per scrivere alcuni versi del Purgatorio.

 
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