E’ dunque la musica, insieme all’ambiente circostante, a creare la
giusta atmosfera per la cerimonia nuziale; è molto importante in
proposito, preferire bravi musicisti e non affidarsi al caso, ma
soprattutto scegliere bene i brani musicali, con gusto, trovando
possibilmente il giusto equilibrio tra i brani tradizionali e quelli
meno sfruttati.
La scelta del matrimonio religioso il più delle volte suggerisce di
rimanere fedeli alla tradizione, ma le formazioni musicali possono
comunque contemplare diverse possibilità, sia per le voci, sia per gli
strumenti: il classico e vigoroso suono dell’organo potrebbe essere, ad
esempio, sostituito dalla suggestiva melodia delle corde dell’arpa,
strumento meraviglioso anche dal punto di vista visivo, oltre che
acustico; il suo suono delicato ma al tempo stesso armonico, si presta
ad un sottofondo discreto, ma d’atmosfera, a molte fasi della cerimonia,
soprattutto, al parlato. All’arpa poi si possono alternare o
accompagnare le note di violino.
Si può decidere di mantenere l’organo a canne affiancandolo però allo
stesso violino, ad un trio o ad un quartetto d’archi, al flauto dolce,
al clavicembalo, ad un gruppo di chitarre, a due voci liriche e corali.
In relazione all’esecuzione dei canti da cerimonia possiamo, inoltre
segnalare, la novità dei gospel song, una sorta di re- invenzione degli
inni religiosi occidentali eseguito da artisti di colore statunitensi,
che lo considerano il proprio canto religioso popolare e che si
differenzia senz’altro dal più noto spiritual (che si configura come una
cantata corale o solista), in quanto, strutturato secondo uno schema
particolare del tipo “domanda-risposta”, potendo così costituire
un’interessante novità per un “matrimonio un po’ fuori dai soliti
schemi”.
Il menù musicale può anche essere ulteriormente vario ed articolato: può
innanzitutto prevedere un brano da eseguire nell’attesa (spesso lunga e
“snervante”!!!) dell’ingresso in chiesa della sposa e un pezzo
romantico, intimo e toccante, da riservare ai momenti clou della
celebrazione tra i quali, soprattutto, lo scambio degli anelli, quasi a
voler smorzare il silenzio talvolta imbarazzante che accomuna queste due
fasi del rito nuziale.
Le note musicali scandiscono quindi i vari momenti centrali del
matrimonio tra i quali, appunto:
1. l’ingresso in chiesa della sposa;
2. lo scambio degli anelli;
3. l’offertorio;
4. la consacrazione;
5. la comunione;
6. nonché, a fine celebrazione, l’uscita a braccetto dei novelli sposi
dal luogo di culto.
Una volta scelti tutti i pezzi, il nostro suggerimento è quello di
provarli direttamente sul luogo eseguendoli nello stesso ordine in cui
verranno suonati il giorno delle nozze, affinché nell’insieme, risultino
piacevoli da ascoltare ed armoniosi nella loro definizione.
La scelta dei brani musicali da eseguire durante il rito religioso poi,
deve “adeguarsi” al “tipo” di rito cui abbia optato la coppia:
• Matrimonio classico
Per un matrimonio religioso in stile più classico, si potranno scegliere
discreti sottofondi da eseguirsi durante l’intera cerimonia, tra i
quali, il “Coro Nuziale di Wagner”, la “Marcia Nuziale di Mendelssohn”
e, ove concesso (trattandosi di un brano “profano” che, non tutti i
vescovadi ammettono eseguirsi tra le mura delle proprie chiese in
quanto, appunto, non “religioso”), la melodiosa “Ave Maria di Schubert”;
o infine, la “ Marcia di nozze di Antonio Mozzi” o la “Marcia del
Principe di Danimarca “ di Jeremiah Clarke.
• Matrimonio in stile moderno
Qualora si desiderasse dare un tocco di modernità al rito religioso, ci
si può viceversa affidare ad altre interpretazioni meno classiche ma, in
ogni caso, consone all’ambiente sacro e al tipo di cerimonia che rimane
pur sempre liturgica; in questi casi, la scelta dei brani può variare
articolandosi nelle ri- proposizioni di composizioni classiche come ad
esempio, la bellissima versione dell’ “Ave Maria di Gounod” eseguita
dalla voce calda e possente del mitico Frank Sinatra oppure, dalla
leggiadra e dolcissima voce della cantante Noah.
• Rito protestante
Il matrimonio celebrato secondo il rito protestante, è sicuramente più
libero, più familiare e, per questo motivo, sicuramente più svincolato
dagli obblighi imposti dalla solennità del rito cattolico e cristiano;
pertanto, la musica in questo tipo di celebrazione può intervenire non
solo con gli usuali interventi al parlato dell’officiante ma anche, con
l’armonizzazione strumentale dei canti dell’assemblea dei presenti alla
funzione rendendo in tal guisa maggiormente partecipi tutti i presenti.
• Rito ebraico
Il matrimonio secondo il rito ebraico, contempla, in genere, la presenza
di un cantore solista che intoni sottoforma di brani musicali i Salmi
della Bibbia; l’accompagnamento musicale previsto quindi, prevede
soltanto un discreto ed armonico sottofondo spesso scandito dalle note
del kinnor oppure, dell’arpa.
• Rito civile
Se infine la cerimonia si svolge in comune o comunque in un ambiente non
religioso e secondo il rito civile, la coppia dovrebbe informarsi per
tempo di alcuni fattori di notevole importanza: se esista un impianto
stereofonico e se sia possibile gestire in modo autonomo la scelta e la
riproduzione di brani musicali, ben consapevoli del fatto che, la musica
potrà sottolineare almeno l’ingresso e l’uscita degli sposi nonché,
riempire i “momenti morti” della cerimonia naturalmente, senza
sovrapporsi con la parte ufficiale del rito.
E’ piuttosto chiaro poi che, questo tipo di cerimonia, consente una
maggiore libertà che in chiesa; il repertorio musicale potrà quindi
spaziare dalle colonne sonore da film, alle canzoni d’amore, magari,
proprio a quelle cui gli sposi risentano legati da un affetto
particolare.
Si può pensare ad un’esecuzione dal vivo o a musica riprodotta; in ogni
caso, un esperto del settore dovrà occuparsene affinché attacchi,
conclusioni, mixaggi, conclusioni sfumate, ed altri piccoli ma
essenziali accorgimenti, possano mirabilmente trasformare un insieme
casuale di note in una piccola ma deliziosa rappresentazione in musica. |