SPERLONGA

 

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Riviera d'Ulisse, Sperlonga: veduta aerea

Sperlonga luogo ideale per una vacanza o per passare un fine settimana di relax
Abitata fin dall'età del paleolitico superiore, Sperlonga fu, secondo la leggenda, fondata dagli spartani e può essere probabilmente identificata con l'antica Amyclae. Entrata a far parte dei domini di Roma, in età imperiale, la città ebbe una certa rilevanza quale luogo di residenza estiva del patriziato romano e centro per il rifornimento del pesce, come testimoniano le peschiere (vasche costruite parte in mare e parte sulla terraferma, dotate di dighe, filtri e saracinesche per
la selezione e l'allevamento del prodotto) rinvenute nella zona. Alla caduta di Roma, i ruderi della villa imperiale, verso il VI sec., furono usati come rifugio dalle popolazioni locali. In periodo medievale fece parte della contea di Fondi. Nel '500 la città fu devastata dai saraceni e nel 1622 occupata dai turchi. L'antico abitato di Sperlonga costituisce, sulla fascia tirrenica, la testimonianza più settentrionale di un organismo urbano di tipo mediterraneo: un aggregato edilizio fitto, con strette viuzze, scalette, terrazze e bianche costruzioni. Verso la fine del '700 ed inizio dell' 800 Sperlonga assume la struttura attuale e venne arricchita con varie chiese. La Sperlonga moderna, é divenuta importante centro archeologico: fruttuose ricerche si sono compiute nel 1955 (anno di inizio lavori della moderna via Flacca) in quelle aree dove la tradizione situava la villa dell'imperatore Tiberio. Oltre alle tracce di questa, che discendono fino al mare, si sono rinvenuti in alcune grotte marine frammenti di sculture, tra cui i resti di alcuni celebri gruppi plastici quali Scilla
che aggredisce la nave di Ulisse ed il Polifemo accecato appartenenti alla scuola rodia della fine del sec. II a.C.
E' la grotta di Tiberio la grande attrattiva di Sperlonga. Dista poco più di un chilometro dal paese e costituisce un tutt'uno con i resti della villa sovrastante. L'imperatore romano, Tiberio, amava passare lungo tempo nella fresca quiete dell'antro, e vi aveva raccolto un'infinità di opere d'arte. I resti archeologici più interessanti sono quelli ritrovati nella Grotta, alla base del Monte Ciannito, durante i lavori per la costruzione della nuova via Flacca. Gli oltre 10.000 reperti di elevato valore storico ed artistico, tra cui originali greci, sono ora custoditi nel vicino Museo Archeologico Nazionale (tel. +39 0771 548028), appositamente voluto dalla popolazione locale onde evitare che tali opere finissero


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